Cuba, con i reduci di Fidel tra fedeltà e paura le ceneri della Revolución
L’AVANA – Non l’ha mai amato, né detestato: per mezzo secolo ne ha sentito la presenza. Invadente, rassicurante, ossessiva. Rivoluzionario giusto o tiranno? Questo l’inconscio dilemma per Miriam che adesso, in piazza della Rivoluzione, trattiene a stento i singhiozzi davanti alle ceneri di Fidel, che sono in attesa di essere portate e sepolte a Santiago accanto a quelle di José Martí, eroe delle guerre di indipendenza. Il puntuale colpo a salve di un cannone ricorda il lutto nazionale, e anche che la rivoluzione è orfana. E si sa che le lacrime degli orfani possono nascondere segreti incofessabili. Il senso di vuoto, in cui lo smarrimento e il dolore possono essere venati di un sollievo più o meno vago, lo si avverte nella città più riservata del solito. Quasi silenziosa. Ieri alle due del pomeriggio i negozi hanno abbassato le saracinesche, i mercati chiuso i loro banchi ed è iniziata una processione muta verso la Plaza de la Revolución.
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